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Ospedale Ruggi: la cassazione respinge il ricorso del primario di neurochirurgia

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Ruggi d'AragonaC’erano tutte le “risultanze probatorie” per emettere le misure cautelari nei confronti di Luciano Brigante, il primario di neurochirurgia dell’ospedale salernitano ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ indagato per concussione insieme ad altri camici bianchi – tra i quali Takanori Fukushima il neurochirurgo del falso tumore del Papa -per aver preteso soldi da pazienti esterni afflitti da gravi patologie cerebrali per operarli nel suo reparto, con l’ assistenza del luminare giapponese, scavalcando le liste di attesa. Lo sottolinea la Cassazione respingendo il ricorso diBrigante presentato ai fini di ottenere il risarcimento daingiusta detenzione contro l’ordinanza del Tribunale del riesamedi Salerno che lo scorso 28 aprile aveva confermato idomiciliari, revocati lo scorso primo luglio. Ad avviso della Suprema Corte – sentenza 46649 depositata ilsette novembre – “la valutazione del Tribunale è coerente edaderente alle evidenziate risultanze probatorie” dato che ipazienti “hanno descritto le loro condizioni di salute, levicissitudini affrontate, il contesto, le modalità ed i sistemicon cui venivano formulate” dal primario “le richieste didanaro, la cui natura indebita è ricavabile in primo luogo dallacircostanza che gli interventi venivano eseguiti in regime diricovero ordinario e non intramoenia, non essendo peraltrol’indagato autorizzato in tal senso”. “In secondo luogo -prosegue il verdetto – dalla circostanza che ai pazienti venivaprospettata l’assoluta necessità ed urgenza dell’intervento, ma,al contempo, la necessità di attendere i tempi lunghi delleliste di attesa, ponendoli così di fronte all’alternativa dipagare per non attendere ed essere operati ‘privatamente’; diessere dimessi, in quanto già ricoverati, o pagare la sommarichiesta; di pagare per anticipare l’intervento”. Per la Cassazione, è “corretta la valutazione dei giudici dimerito che hanno ritenuto abusante e soverchiante la posizione”del primario Brigante e “coartanti le richieste di denarodirette a pazienti non in condizione di resistere o opporsi alleindebite richieste ma costretti a piegarsi nella speranza divedere migliorare le proprie condizioni di salute”. Ad avvisodegli ‘ermellini’, Brigante per il suo “indubbio” ruolo apicaleera “titolare del potere di pianificare i ricoveri, di stabilirele priorità in relazione alle urgenze cliniche ed il pianooperatorio, decidendo date ed equipe operatoria”. E’ altresì”indubbio” che il primario “non era autorizzato a svolgereattività libero professionale chirurgica all’internodell’ospedale” pertanto “non poteva operare privatamente nè farsi remunerare per l’attività svolta in orario di lavoropresso la struttura pubblica”. Tra i pazienti, ci sono staticasi di persone alle quali veniva prospettato di farsi operareda Fukushima presso la clinica pisana di San Rossore al costo di60mila euro o di sottoporsi allo stesso intervento, sempre conil chirurgo giapponese, presso l’ospedale di Salerno pagando20mila euro. Una parte dell’inchiesta è stata trasmessa a Pisa.

 (ANSA).