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Ti presento i miei di RB24: LE MAMME DELLA GUERRA

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Oggi è la festa della mamma, e di madri sparse nel mondo costrette a piangere i propri figli ce ne sono tante, sole e angosciate per figli che hanno visto partire e di cui non hanno notizie da mesi. 

Ma una madre cos’è? In questi mesi così drammatici ce lo chiediamo spesso. E’ forse il grembo da cui tutto parte, è il primo punto fermo delle vite di ognuno di noi. Non si può ignorare il dolore di una madre che vede il proprio figlio, poco più che ventenne e impaurito, imbracciare un’arma ed andare a combattere. Ma nonostante questo, di storie così in questo periodo ne abbiamo viste molte. Alcune ci hanno fatto commuovere, come quando una madre disperata decide di affidare i propri figli ad una persona completamente sconosciuta pur di dargli l’opportunità di scappare via dall’orrore della guerra. Altre ci hanno fatto arrabbiare perché ci hanno dimostrato che in questa “sporca guerra” molti giovani sono nemici solo perché indossano una divisa diversa, ma nulla vieta loro di essere amici e fratelli, come dovrebbe essere.

Abbiamo visto scene di soldati russi, poco più che bambini, che si consegnavano esausti al nemico ed essere sfamati da un gruppo di donne che gli hanno dato poi un telefono per videochiamare la madre. E’ diventato virale, infatti, il video di un giovane soldato russo che affamato e stanco dopo giorni di battaglia gli è stato offerto un pasto e tè caldo prima di videochiamare la madre e dirle che stava bene, che era vivo. Queste giovani donne hanno offerto poi un cellulare al soldato permettendogli di contattare la madre che non aveva ormai più sue notizie dall’inizio del conflitto. Un gesto così semplice all’apparenza ma che rivela tutta la compassione e bontà che un essere umano può esprimere se spinto dall’amore. 

Un episodio del genere ci racconta tante cose: ci racconta che al di là dei simboli, delle bandiere, degli eserciti, della propaganda, c’è la vita. La vita di individui costretti a vivere una cosa molto più grande di loro, invischiati in un gioco di guerra e di odio che forse, non gli appartiene nemmeno. Perché prima dei singoli Stati ci sono gli esseri umani che sperano, amano e vivono guidati dalle loro emozioni e paure, lottando ogni giorno contro le proprie insicurezze e fragilità. 

Queste storie di donne costrette “a fare da madri” a figli non propri insegnano molto di questa figura che ci accompagna fin dalla nostra nascita. Ed oggi, nel giorno della festa della mamma ne abbiamo voluto ricordare l’importanza attraverso un esempio concreto e reale. Perché le madri, ancora una volta, ci hanno dato una lezione di vita, perché senza amore in questa terra non siamo nulla. 

Valerio Autuori


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